Anno II, numero 8
Direttore Responsabile: Guido Baldari
Editore SSC Napoli, Via De Gasperi n. 33, Napoli
Proprietario SSC Napoli, Via De Gasperi n. 33, Napoli
La Settimana Azzurra
di Bruno Marra
In fondo, se non altro, farà piacere ai napoletani coccolarsi la certezza che certe emozioni dell'esistenza siano legate a vincoli di trascendenza. E che i sortilegi, benefici o nefasti che siano, restano pur sempre il nostro credito aperto verso fascinosi archetipi di magia. Nella città di "questi fantasmi" non sarà certo un dramma aver sbattuto ancora il muso di fronte alla maledizione di Bergamo. L'Oro di Napoli - quello che Marotta nel suo splendido libro sostanziava nell'antonomastica pazienza insita nelle viscere di questa terra - riconosce, certifica e legittima gli incantesimi. Lasciando al vento scorie di veleno. E vivaddio non sarà certo l'Era di Internet, Facebook e della virtualità esponenziale a toglierci il pugno o la carezza di una fatalità che nessuno può arrogarsi il diritto di strappare alla genuinità del destino.
Funziona così da parecchio tempo nelle fauci orobiche. Il Napoli ha cercato di opporsi ad una astienza di 13 stagioni e ad un oltraggioso 5-1 vecchio neppure un anno. E proprio quando sembrava esserci riuscito mettendo una bella croce sul tramonto bergamasco ed una freccia sull'inversione di tendenza, è venuta fuori quell'essenza che sfugge alla cognizione e che oggi esala mefitica. Ma che pur sempre, a mente fredda, ci riconcilia con l'afflato romantico dell'imponderabile. Manfredini che aveva buttato giù in area Lavezzi col destro, scivolando nel girone dei dannati, si è rialzato tra le anime beate con un sinistro guidato dagli strali angelici. Nella luminosità altrui spesso è custodita la nostra. E sarebbe sbagliato non riconoscerla. Per esser pronti a raccoglierla quando cambierà vento e privilegio. Oltre ogni sortilegio.
Una volta si chiamava Brumana ed il Napoli riuscì anche a vincerci un match fondamentale per il primo scudetto. Finì 1-0 con gol di Giordano. Era l'inverno del 1987 ed il tecnico del tempo Ottavio Bianchi disse che proprio dopo quella partita aveva compreso che il tricolore si poteva fare. Fu così. Evidentemente i successi a Bergamo valgono svolte epocali. Tant'è che sempre sul quel campo, in via indiretta, gli azzurri si presero anche un pezzo del secondo scudetto, con uno 0-0 che si trasformò in vittoria a tavolino per la monetina che mise ko Alemao. Ci sono alchimie che realmente intrecciano la storia e che evidentemente fanno chimica con nemesi e suggestioni. Perché poi dopo gli anni 90 l'ex Brumana si è ripreso tutto con gli interessi. Anche oggi che, ironia della sorte, si chiama Atleti Azzurri d'Italia. Un battesimo che sa di freudiano sberleffo per gli azzurri napoletani che non trovano bene e pace a Bergamo da oltre un decennio. Niente da dire. Un luogo di perdizione...
Ma stavolta il remake di "quel pomeriggio di un giorno da cani" non ha fatto ostaggi. Il Napoli resta al quarto posto e può guardarsi in tasca con soddisfazione. Lo sapevate che abbiamo 8 punti in più rispetto alla scorsa stagione, allorquando eravamo al nono posto a 13 punti dalla capolista e a ben 7 punti dalla zona Champions? Bene è proprio così. Questa è immanenza, non c'entra nulla con la trascendenza. Anche se fa un certo effetto dirlo dopo una sconfitta disegnata da coordinate irrintracciabili. Ma sapete come fa il destino. Si diverte con gli incantesimi. Elabora misteriosi verdetti. Ma sa sempre proteggere gli uomini probi da arsenico e vecchi merletti...
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