Anno II, numero 7
Direttore Responsabile: Guido Baldari
Editore SSC Napoli, Via De Gasperi n. 33, Napoli
Proprietario SSC Napoli, Via De Gasperi n. 33, Napoli
La Settimana Azzurra
di Bruno Marra
La sensibilità di leggere i periodi storici e le svolte epocali sono solitamente affidate al garantismo della critica postuma. Domenica sera il Napoli ha messo il futuro davanti agli occhi di tutti. E chi vuol esser lieto sia. Non si va più a San Siro con le scarpe grosse e il cervello fino. Si va con la qualità, con la faccia pulita, con un mantello azzurro che fa mostra di sè, privi di maschere folkloristiche ed accenti ruspanti. Consapevoli che, poi, il destino riposa in grembo agli dei. Ma sia chiaro che il Miracolo a Milano l'ha fatto il Diavolo. E sarà il Milan a dimenticare per primo questa partita. Per un fisiologico istinto di conservazione e per quel corredo di salvifica autostima che ci viene donato alla nascita.
Virtù non luce in disadorno ammanto ed il Napoli sventola il suo bianco lenzuolo di bellezza virginea. In 2 mesi di campionato gli azzurri hanno sfondato il tetto dei 20 punti, club delux riservato solo a 4 soci sinora, hanno incontrato Roma-Fiorentina-Udinese-Palermo-Bologna-Genoa-Juventus-Lazio-Reggina e Milan, hanno vinto 6 volte, pareggiato due e, soprattutto, non hanno mai perso veramente. Due sconfitte su cui monterebbero sterili letterature calcistiche ed inferme dietrologie. La felicità sta bel desiderare ciò che si ha. Ed il Napoli ha tanta roba. Abbastanza per affrancarsi da beghe di cortile e vittimismi antidiluviani. Nel calcio vince chi sa perdere meglio. L'unica maturità propedeutica al trionfo.
A San Siro c'è stata una vera Rivoluzione. Perché bisogna essere rivoluzionari per non rifugiarsi nel comodo cantuccio degli incompresi, per non infliggersi terapie autolesioniste, per non erigere trincee dialettiche e crogiolarsi tra i luoghi comuni del pallone. See the difference. Pierpaolo Marino alla sua natura Richelieuriana ha sovrapposto quella della "grandeur" del Re Sole. Da abile stratega della comunicazione il Direttore Generale ha tolto il velo al suo bolide. Signori questo è il Napoli "che non sa ancora quanto è forte". Perché il Milan "ci ha preso con le pinze". Perché "questi ragazzi devono credere si più in loro stessi". Perché "ho una squadra fortissima". Il Calcio siamo noi. Artefici del nostro destino.
Parole di piombo, dall'accezione ambivalente e didiscalica. Con in dissolvenza il sussurro coraggioso del Pocho: "Non abbiamo passato l'esame di San Siro, perché abbiamo perso". Una poesia neorealista, un aforisma taoista. E' finito il tempo in cui Berta filava. Per andare dove dobbiamo andare, sappiamo benissimo dove dobbiamo andare. I fratelli Caponi non siamo noi. Il Miracolo a Milano lo lasciamo ad altri. Il Rinascimento azzurro è già partito. Il futuro comincia adesso.
Nessun commento:
Posta un commento