CarloTheMast Player

mercoledì 27 febbraio 2008

Livorno - Napoli 1-2

Livorno-Napoli 1-2

Livorno: Amelia, Grandoni, Knezevic, Galante, Balleri, Pulzetti, De Vezze, Vidigal (11' st Diamanti), Pasquale, Bogdani, Tristan (30' st Alvarez). A disp. De Lucia, A.Filippini, E.Filippini, Loviso, Pavan. All. Camolese.

Napoli: Gianello, Santacroce, Cannavaro, Contini, Mannini, Blasi (25' st Pazienza, 37' st Bogliacino), Gargano, Hamsik, Savini (44' st Rullo), Sosa, Calaiò. A disp. Navarro, Grava, Montervino, Dalla Bona. All. Reja

Arbitro: Saccani di Mantova
Marcatori: 13' st Calaiò (N), 29' st Diamanti (L), 47' st Calaiò (N)

Note: ammoniti Bogdani, Vidigal, Santacroce, Blasi, Cannavaro

Livorno - Yes, we can! Il sogno napoletano riparte sotto l'Arco di Trionfo di Manu Calaiò. Scocca l'ora, partono due frecce, crollano più di quarantanni di numeri: non vincevamo a Livorno dal 1965. Fatto! Yes we can. Il Napoli sbanca il 'Picchi', Calaiò si riprende la storia, la gloria, la sua pelle azzurra. Scuote il capoccione due volte per dire: sì, l'ho messa dentro. Prima al 58esimo poi al 92esimo quando si stava per sparecchiare, contando un punto per ciascuno. Niente, non si divide. Il Napoli fa 30. Yes we can. Non poteva immaginarselo meglio il suo 'I have a dream' il bomber con l'accento del gol. Forse valeva proprio la pena far maturare tanti interessi sul suo provvido e splendido destino. In Spagna lo chiamano l'hombre del partido, in America l'MVP. A Napoli lo richiamano l'Arciere. Due colpi di testa, fulminanti come le frecce tricolori, precisi come la balestra di Gugliemo Tell, trasognanti e delicati come gli strali di Cupido. Il sogno napoletano riparte sotto l'Arco di Trionfo di Manu Calaiò, il bomber con l'accento del gol. Yes we can!

Una partita da caos calmo. Tutto tace. Ma sotto c'è il magma eruttivo. Livorno e Napoli sono come due elefanti in una cristalleria: chi rompe paga. E i rischi sono risotti al minimo. Gli azzurri fanno fronte comune, un muro che rimbalza ogni pensiero audace. Tiri non se ne vedono per mezzora, ma si gusta la tensione dei "bravehearth" per chi ama i brividi dei cuori impavidi. Prima che si vada a riposare Mannini si esalta in due guizzi da velocista: un cross che mette la corrente alla spina dorsale del Livorno ed un tiro dai venti metri che Amelia blandisce. Zero a zero. Secondo tempo. Al 50' grande chiusura di Blasi su Vidigal: vale un gol. Al 58' Sosa va in ascensore, stacco da vertigini, Amelia fa un paratone. Ma è nell'aria l'odore buono. Perchè al 58' Calaiò spunta come un fiore nel deserto davanti al bersaglio: colpo di testa, giusto, preciso, gol! L'ha fatto. Il gol in serie A, il suo secondo dopo quello del 2000 col Torino.

Va sotto la sua gente Manu: fa vedere il pugno, scuote la testa: sì l'ho messa dentro. E' la sua festa. E non può rovinarla nessuno. Neppure Diamanti che si diverte con il suo cognome ed infila una perla su punizione: 1-1. Manca poco. Il croupier chiama il giro. Ma il Napoli ha il suo asso. Prima Sosa trova un piede di Amelia che salva come pochi saprebbero fare. Poi il finale spettacolare di questa sceneggiatura. Tutto costruito dai maestri del brivido. E dalla provvidenza manzoniana. Calaiò va in cielo a stampare in porta il suo urlo: 2-1. Di prepotenza, forza, sollievo, gioia. C'è tutto in un attimo: 2-1!. E' il calcio baby. Quello di Manu, l'Arco di Trionfo, il bomber con l'accento del gol.

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