Anno I, numero 12
Direttore Responsabile: Guido Baldari
Editore SSC Napoli, Via De Gasperi n.33, Napoli
Proprietario SSC Napoli, Via De Gasperi 33, Napoli
La settimana azzurra
di Bruno Marra
Non quale classifica ma quale campionato. I punti in serie A non sono come i figli di Filumena Marturano: tutti uguali. Non hanno omologazione come il colore dei soldi. Il Napoli dice 33 con vigore e accenti salubri perché sa di aver già scolpito questa stagione nel marmo pregiato. Gli azzurri hanno battuto l'Inter e la Juventus. E dirla così è già da brividi se la si trasla temporalmente come pensiero stupendo e proibito della scorsa estate. Ma poi c'è il sovrammercato dei numeri. Non battevamo le "sorelle" del derby d'Italia dall' 89/90, anno di grazia del secondo scudetto, 18 lunghe stagioni fa. E soprattutto in questo campionato nessuno aveva fatto fuori Inter e Juventus. Probabilmente nessuno lo farà. Il Napoli sì.
E' molto semplicemente la sublimazione di quell'adagio, ormai avviato nell'orbita dello stereotipo, che sospirano le iscritte al ballo delle debuttanti: "vorremmo un campionato tranquillo e toglierci qualche sfizio possibilmente". Il Napoli non l'ha detto, lo ha fatto. L'estrinsecazione di quella parolina 'sfizio' è esattamente la proiezione delle due notti magiche del San Paolo dal sapore quasi metafisico: son cadute La Signora e la Beneamata. Perché il Napoli c'è, esiste. E vi spieghiamo anche il perchè. Il mistero svelato della fede azzurra.
Bisogna tenerlo a mente e non distrarsi di fronte a risultati così ingenti, quantitativamente e qualitativamente. Perchè se è vero che il calcio fagocita e metabolizza in un battito d'ali, è anche vero che nel passato c'è scritto il nostro futuro. Il Napoli ha stupito ma non era certo obbligato a farlo per devozione missionaria. La N napoleonica è un simbolo gigantesco e sontuoso, ma solo se viene innervato da linfa vitale. Per quanto storia e leggenda tenderebbero quasi ad imporre a questa città uno spesso ed elevato tenore di vita calcistica, l'olio santo non scende dal cielo e intinge la fronte nobiliare per gloria dovuta e grazia ricevuta. La nobilità non si rovista negli scaffali in soffitta ma va conquistata sul campo. Il pallone è una Livella. Il Napoli lo sa, lo ha provato sulla propria pelle. E su quella stessa pelle, oggi, si è ritrovata le stimmate di un orgoglio mai scalfito.
La febbre d'amore di Aurelio De Laurentiis ne è una candida testimonianza. Costipato, influenzato, il Presidente si è goduta da casa la notte dei Guerrieri azzurri contro la monumentale, invalicabile Internazionale di Milano. Alla quale i sessantamila del San Paolo più 11 leoni hanno fatto la breccia di Porta Pia, griffata dal murales di Marcelo Zalayeta, un'anima gospel che ha elevato al cielo lo spiritual napoletano. Non è riuscito il bis con la Roma. Ma la vita è fatta anche di appuntamenti mancati. O solo rinviati. Il Napoli smeriglia la sua licenza di stupire e conta con letizia le nuove tacche sull'onore azzurro. Just do it. Il Napoli l'ha fatto. Non quale classifica, ma quale Campionato.
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