CarloTheMast Player
martedì 29 gennaio 2008
Il Punto sul Napoli: Chi è causa del suo mal pianga se stesso
La frase latina: "Audendum est: fortes adiuvat ipsa Venus"(bisogna osare: la stessa Venere aiuta i coraggiosi") potrebbe essere, con riguardoso rispetto al "verso" di Tibullo, menzionata per descrivere l'impresa compiuta dal Cagliari ai danni del Napoli. Un occasionale lettore che non ha assistito alla partita, leggendo i tabellini dell'incontro, potrebbe credere nello svolgimento di una partita in cui il Napoli è stato vittima di una beffa, avendo perso il match nei minuti di recupero dopo aver concluso i tempi regolamentari con il vantaggio di un gol messo a segno dal solito Hamsyk. Ebbene, non si può ridimensionare il meritato successo dei sardi riconducendo la loro vittoria al volere del "fato" in quanto, proprio la "buona sorte" aveva voltato le spalle alla formazione isolana, dopo aver subito il gol partenopeo e per tutti i venti minuti restanti al termine regolamentare dell'incontro. Il Cagliari, dopo lo svantaggio e con le determinanti sostituzioni effettuate da Ballardini, soprattutto con l'inserimento di Foggia, ha reagito molto bene e, non mollando mai, ha creduto in un risultato positivo fino all'ultimo secondo di gioco. Allora: "Chi è causa del suo mal, pianga se stesso" ed abbia la forza e l'equilibrio per riconoscere i propri errori e porvi rimedio. I segnali di una condizione psicofisica non ottimale, di una mancanza di serenità nei giocatori e nei responsabili della Società partenopea, si erano notati da qualche settimana. La sosta natalizia non è servita alla squadra per ritrovare quella tranquillità e consapevolezza nei propri mezzi che erano state le prerogative essenziali artefici dell'ottimo inizio di campionato del Napoli.Nella prima fase della stagione in corso, la squadra partenopea, in qualche partita, dopo essere passata in vantaggio, ha cercato con convinzione e determinazione la seconda realizzazione per chiudere, anzi tempo, il match a suo favore. Pressing, improvvise accelerazioni e verticalizzazioni continue rendevano la squadra azzurra imprevedibile e difficilmente controllabile da parte degli avversari di turno. Un altro aspetto, che più volte è stato rilevato, riguarda il ridotto organico utilizzato da Reja per cui in caso di infortuni, squalifiche o affaticamenti, dovuti ai numerosi impegni che alcuni calciatori sono sottoposti nel Napoli e nelle Nazionali di appartenenza, non vi sono i giocatori che possono avvicendare i titolari in un normale turn over. Così capita che a Cagliari, mancando Blasi, per l'ennesima squalifica rimediata in una situazione ove il calciatore poteva e doveva mantenere un auto controllo indispensabile per un professionista, nel centrocampo partenopeo Hamsyk e Bogliacino si sono dovuti adattare ad un compito non confacente alle loro caratteristiche. Gargano senza l'apporto di Blasi ha dovuto svolgere un supplemento di lavoro che se ha prodotto buoni frutti in fase di interdizione e recupero palle, ha contribuito, in modo negativo, alla lucidità del giocatore in fase di disimpegno. Troppo imprecise ed approssimative le aperture dell'urugaiano nei confronti dei compagni di squadra e troppo lenta e leziosa la manovra degli azzurri contro un Cagliari che, provenendo da ben sei sconfitte consecutive, non ha aggredito, inizialmente il Napoli ma ha cercato di contenere, in primis, le velleità della squadra azzurra e tentare poi qualche sporadica sortita in avanti per sorprendere la retroguardia partenopea. Ancora in panchina Dalla Bona, sostituto naturale di qualsiasi centrocampista di contenimento ed ancora silenzio per la mancata utilizzazione di Sam. Ballardini ha preferito schierare la squadra, inizialmente, con un 4-3-1-2 che prevedeva Jeda alle spalle di Larrivey e di un mobilissimo Acquafresca. Questa impostazione dei sardi non sortiva, però, gli effetti auspicati dal suo allenatore ed il Napoli, sia pure con i suoi evidenti limiti, ha controllato bene, nel primo tempo, per poi ripresentarsi in campo, all'inizio della ripresa, con una maggiore determinazione. Anche a Cagliari il contributo dei laterali napoletani è stato insufficiente per proporre una manovra alternativa infatti se Garics, dopo un inizio incerto, si è ripreso nella seconda frazione di gioco, Rullo ha lasciato perplesso il suo tecnico sia in fase propositiva che difensiva al punto che Viviani, sostituto sulla panchina azzurra, di Reja, squalificato, è stato costretto a sostituirlo con Montervino al 52'.La difesa azzurra, non coperta adeguatamente dal centrocampo, ha iniziato a dare segnali di stanchezza ed all'infortunio di Cupi bisogna aggiungere ancora una prestazione sotto tono di Cannavaro incerto anche sulle palle alte. Contini si è confermato, invece, sui soliti standard delle ultime partite. Tempestivo nelle chiusure e puntuale negli interventi di testa, il difensore partenopeo, insieme a Gianello, è risultato il migliore dei suoi ed, in più occasioni, ha evitato che il Cagliari compisse la sua rimonta nei tempi regolamentari. In attacco troppo isolati Zalayeta e Lavezzi che, con una squadra lunga, erano costretti a continui ripiegamenti per far salire i compagni degli altri reparti e trovare il giusto supporto per una qualsivolglia azione pericolosa oltre a cercare di dare una continuità di gioco alla formazione azzurra. In questa opera di "ricucitura" Zalayeta si è prodigato con buoni risultati retrocedendo spesso ma è stato costretto a prolungare lo stazionamento in una zona del campo non adatta alle sue caratteristiche di finalizzatore della manovra partenopea. Lavezzi, invece, ha mostrato segni di stanchezza fisica ed ha tenuto palla oltre il necessario anche perchè non ha trovato il supporto di qualche compagno che potesse liberarlo dall'attenta marcatura a cui era sottoposto dai difensori sardi. Il Napoli si lascia sfuggire, inopinatamente, una vittoria scaccia crisi e denota grossi limiti di personalità. Manca, nella squadra azzurra un giocatore carismatico che sappia dettare i tempi, ricondurre alla calma ed alla opportuna gestione del gioco i compagni di squadra. La situazione in classifica non è compromessa anche se il raggiungimento dell'obiettivo riguardante la partecipazione alla prossima Coppa Uefa si allontana sempre di più. Resta agli azzurri la possibilità di recuperare la giusta condizione psicofisica per condurre un girone di ritorno tranquillo e cercare di consolidarsi nelle posizioni di centro classifica, risultato che, se ottenuto al termine del campionato, costituirebbe il raggiungimento di un obiettivo pienamente soddisfacente per una neo promossa nella massima serie.
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